DAL 5 DICEMBRE 2017

mar-sab ore 20.30 dom ore 17.30

 

ARGOT PRODUZIONI

UNA RAGAZZA

LASCIATA A METÀ

 

dal romanzo di Eimear McBride

traduzione Riccardo Duranti

diretto e interpretato da Elena Arvigo

scenografia Alessandro Di Cola

si ringrazia Giuliano Scarpinato

 

foto di copertina di Azzurra Primavera

 

  • "Passando vertiginosamente dalla seconda persona rivolta al fratello alla terza persona femminile che identifica la madre, Arvigo entra ed esce dal racconto, mette in gioco una presenza intera e fragile, combattiva e arrendevole, nevrotica e paziente. Nel comporre, respiro dopo respiro, un disturbante e commovente ritratto graffiato, questa grande attrice – sorretta con polso fermo dall’occhio esterno di Scarpinato – muove una drammaturgia fisica fatta di sguardi e micro movimenti, lanciandosi da un leggio all’altro come se cercasse chissà quali risposte. Ma il finale somiglia tanto all’inizio, il dialogo tra pieno e vuoto pende pericolosamente sul secondo soggetto: come se fosse la vita a far parte della morte e non il contrario. E, sarà questo freddo dicembre, ma al momento di alzarsi dalla poltrona, anche la temperatura corporea sembrava aver perso qualche grado".

    Sergio Lo Gatto
    Teatro & Critica
  • "Vita spezzata, racconto struggente che prende corpo in una grande interprete Elena Arvigo. La storia della “ragazza a metà”, è la corsa folle verso la sua auto-distruzione: un vertiginoso racconto-flusso di coscienza che riproduce il ritmo spezzato e sconnesso di una mente instabile. Arvigo si fa lei stessa l’orlo del baratro su cui è sempre in bilico: unica attrice e narratrice su un palco sovrastato da cappelli sospesi come identità fantasma e disseminato di terra e leggii. Lei è la sua voce, quella del fratello, della madre, dello zio abusatore e quella di tutti coloro che si sentono in diritto di aggredirla fisicamente o metaforicamente: cuore pulsante di dolore e rabbia mai affettato o patetico ma sempre misurato che riesce a rendere visivamente paesaggio esteriore ed interiore in ogni sguardo, ricordo, o rimozione del pensiero".

    Sarah Curati
    Paper Street
  • “E io, spettatore e critico, mi sono poggiato al muro e, perduto in quella rabbiosa e spaurita voce, in quel corpo privo di pace, io ero felice.”

    Franco Cordelli
    Corriere della Sera
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    Author Name 4
    Company Title 4
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    Author Name 5
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    Author Name 6
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    Author Name 9
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    Company Title 10
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  • "Passando vertiginosamente dalla seconda persona rivolta al fratello alla terza persona femminile che identifica la madre, Arvigo entra ed esce dal racconto, mette in gioco una presenza intera e fragile, combattiva e arrendevole, nevrotica e paziente. Nel comporre, respiro dopo respiro, un disturbante e commovente ritratto graffiato, questa grande attrice – sorretta con polso fermo dall’occhio esterno di Scarpinato – muove una drammaturgia fisica fatta di sguardi e micro movimenti, lanciandosi da un leggio all’altro come se cercasse chissà quali risposte. Ma il finale somiglia tanto all’inizio, il dialogo tra pieno e vuoto pende pericolosamente sul secondo soggetto: come se fosse la vita a far parte della morte e non il contrario. E, sarà questo freddo dicembre, ma al momento di alzarsi dalla poltrona, anche la temperatura corporea sembrava aver perso qualche grado".

  • "Vita spezzata, racconto struggente che prende corpo in una grande interprete Elena Arvigo. La storia della “ragazza a metà”, è la corsa folle verso la sua auto-distruzione: un vertiginoso racconto-flusso di coscienza che riproduce il ritmo spezzato e sconnesso di una mente instabile. Arvigo si fa lei stessa l’orlo del baratro su cui è sempre in bilico: unica attrice e narratrice su un palco sovrastato da cappelli sospesi come identità fantasma e disseminato di terra e leggii. Lei è la sua voce, quella del fratello, della madre, dello zio abusatore e quella di tutti coloro che si sentono in diritto di aggredirla fisicamente o metaforicamente: cuore pulsante di dolore e rabbia mai affettato o patetico ma sempre misurato che riesce a rendere visivamente paesaggio esteriore ed interiore in ogni sguardo, ricordo, o rimozione del pensiero".

  • “E io, spettatore e critico, mi sono poggiato al muro e, perduto in quella rabbiosa e spaurita voce, in quel corpo privo di pace, io ero felice.”

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Una ragazza lasciata a metà della scrittrice irlandese Eimear McBride racconta, con struggente poesia, il percorso di crescita di un‘anima fragilissima. È flusso di coscienza, insurrezione, catarsi, viaggio nella sessualità caotica di questa donna vulnerabile, ma profondamente sensibile, nel contesto di un'Irlanda chiusa e crudele. Non v'è compassione nel racconto, poiché la storia, mentre si snoda in questo volo senza rete, è ancora viva e lontana da un compimento. Tuttavia è sempre presente e innegabile, dall’inizio alla fine, lo slancio vitale che rende questa preziosa confessione un'estrema e potente possibilita di salvezza.

 

Il romanzo è stato tradotto da Riccardo Duranti ed è stato pubblicato nel 2016 da Safarà Editore.

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