15-18 febbraio 2024

ELENA

Chi è Elena? La guerra è forse sempre un inganno? Chi sono gli eroi? E dopo la guerra, cosa rimane? In questo viaggio ogni nuovo pensiero mette in discussione il precedente. “Elena” è il racconto di un viaggio nel tempo che solo il mito ci concede di fare e rifare per rinnovare il senso e la coscienza di ciò che fu.

ELENA è un poemetto, ispirato al personaggio mitico di Elena, regina di Sparta, moglie di Menelao, e fa parte della raccolta °Quarta dimensione”. La forma scelta da Ritsos è quella del monologo drammatico: un discorso che prende vita spesso dai ricordi, sciolto in versi e rivolti ad un personaggio che resta una muta presenza sulla scena. È stato scritto da Ritsos durante gli anni di detenzione nei campi di concentramento di Karlovasi (Samo) durante il regime militare dei colonnelli, che presero il potere in Grecia dal ‘ 67 al ‘ 74.

Nel testo originale, il monologo è l’unico che presenti, davanti al nome dell’eroina, l’articolo determinativo: ‘H ‘Eλένη, quasi a dire: “proprio lei, Elena, la mia Elena”». L’Elena di Ritsos, vecchissima, dall’età indefinibile, immersa nei ricordi, riflette sul passare del tempo che tutto travolge; rievoca disincantata e lucidissima l’antico splendore; si duole dell’inevitabile perdita di senso delle cose: «a poco a poco le cose hanno perso senso, si sono svuotate; /d’altronde ebbero mai alcun senso?». Ritsos attraverso il suo teatro-poesia che reincarna i miti –libera Elena dal suo stesso mito e concede alla propria amata attrice la possibilità di essere un diverso personaggio: una donna.
In questa eterno naufragio c’è qualcosa che si salva: la desolata e inspiegabile bellezza di tutti quegli eventi che sembravano insignificanti e quel mistero vitale e inspiegabile che si nasconde dentro ogni umano “resistere”: “Eppure – chissà – là dove qualcuno resiste senza speranza, è forse là che inizia la storia umana, come la chiamiamo, e la bellezza dell’uomo.”

La destinazione ideale per ogni monologo è proprio il teatro, mimesis ma allo stesso tempo metafora e allegoria della vita inteso come luogo di incontro, luogo di espressione di un pensiero capace di trasformare e di incentivarne l’azione politica. Il Teatro, luogo in cui si può rinnovare il racconto della storia umana, della bellezza dell’uomo.

ELENA

di Ghiannis Ritsos
Traduzione di Nicola Crocetti

Regia Elena Arvigo
Con Elena Arvigo
e con la partecipazione di Monica Santoro
(flauto traverso e canto)

Assistente alla regia: Monica Santoro
Scene e costumi: Elena Arvigo
Consulenza musicale Ariel Bertoldo
Collaborazione scene: Maria Alessandra Giuri
Consulenza al testo: Francesco Biagetti

Una produzione Teatro OUF Off con Compagnia Elena Arvigo (Associazione SantaRita & Jack teatro)

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