4 maggio 20:30

VANGELO SECONDO OMERO – ANOMALIA di ELLIOT

Da un lato l’eroe, dall’altro il soccombente. Uno, esaltato dalla madre e dagli dèi, soffocato dall’aspettativa di essere e diventare per sempre ‘il migliore tra gli uomini’, l’altro, non idoneo all’eroismo, troppo fragile, e macchiato a vita dallo stigma di rappresentare la delusione del padre. Fino al loro incontro. Achille è la roccia che sostiene le debolezze di Patroclo, Patroclo è lo specchio delle fragilità più nascoste dell’eroe Achille. Mentre i due si allenano nasce tra loro un’amicizia, nonché una delle storie d’amore più discusse dell’intera mitologia greca. L’arco narrativo è costruito a quadri, quattro, uno per ogni stagione. Le quattro stagioni scorrono contemporaneamente su due livelli narrativi; il primo racconta il passare del tempo e il mutamento climatico, il secondo è una metafora dell’amore tra i giovani, che contempla e accompagna ogni fase. Dall’incertezza del clima autunnale che racconta l’imbarazzo, al gelo dell’inverno che rappresenta la rigidità e il blocco; dal fiorire della primavera e quindi della grande passione, alle temperature soffocanti dell’estate, in rappresentanza della sconfitta e della morte. 

Achille, il migliore tra gli uomini, campione sin da bambino: le sempre grandi aspettative su di lui, in realtà sono un peso che porta silenziosamente sulle spalle. Ciò che la società, la religione, la famiglia hanno gettato su di lui lo hanno reso emblema dell’onore su cui si fonda la cultura ellenica. È forte perché possente fisicamente, ma è debole perché nella sua anima risiede un bambino impaurito, timorato dal deludere chi crede in lui e chi dà per scontata la sua forza. Patroclo è la riserva fissa. Sempre in panchina, mai entrato in partita. Asciuga il sudore degli altri perché non è in grado di andare in battaglia, il suo posto, in un ipotetico stadio, sarebbe tra le cheerleaders. Bullizzato da tutti perché gracile e femmineo, gravemente sotto il livello delle caratteristiche necessarie per meritare l’onore sociale. La sua ‘salvezza’ risiede in Achille. I due sono un’unica realtà legata dai lacci dell’amore, e nessuno prevarica sull’altro, in una dimensione di affetto trasparente e di coraggio nel lasciare andare ogni tipo di rancore e gelosia. Patroclo muore al posto di Achille; per lui, e Achille non vuole più vivere senza Patroclo.